Arroganza

C’è chi ci guadagna. I Cittadini ci perdono, per questo siamo indignati!


   La prima autorizzazione per l’apertura e la coltivazione della cava “Don Paolo”, è stata concessa all’allora Fedelcementi di Galatina tra il 1987-’89 (anni che ritornano prepotentemente a segnare una pagina nera nella storia di Cutrofiano), successivamente negli anni ’90, la proprietà passa a Colacem s.p.a. .

   Dopo aver divorato quasi 18 ettari di suolo, nel 2004 Colacem richiede il primo ampliamento della cava per ulteriori 10 ettari.

   Già all’epoca l’ampliamento richiesto ricadeva per metà nella fascia di tutela del canale “Colaturo”, e dopo alcune trattative con l’Amministrazione Matteo, si giunse alla sottoscrizione del primo e molto discusso accordo (Convenzione del 2005) con la ditta, che determinò a monte un ridimensionato di 5 ettari del progetto, a tutela della fascia di 150 m dal canale “Colaturo” vincolata dal PUTT/p.

La ditta in tale convenzione si impegnava, per tutta la durata dell’attività estrattiva di Colacem su territorio comunale, ad adempiere ai seguenti punti,:

Punto 2

Una precisa caratterizzazione (rilievo, studio e analisi) di un’area deturpata ambientalmente e alterata paesaggisticamente individuata dall’Amministrazione Comunale; la redazione di piani di recupero e l’esecuzione degli stessi piani prioritariamente da parte di  Colacem Spa, entro 12 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo (convenzione del 2005);

Punto 3

A titolo di compensazione dell’onere gravante sulla collettività, per l’attività estrattiva esercitata sul territorio di Cutrofiano, per tutta la durata della stessa attività, la ditta si impegna a corrispondere € 100.000 annui;

Punto 4

La ditta si impegna a redigere uno studio di massima per la realizzazione di una strada tangenziale tra la provinciale per Maglie e quella di Casarano e con la conseguente realizzazione della stessa, senza scavalcamenti a diversi, ma con una rotatoria all’innesto con la provinciale per Maglie;

Punto 5

Al fine di consentire l’uso pubblico delle aree di proprietà Colacem già oggetto di escavazione e di recupero ambientale, la ditta cederà gratuitamente all’Amministrazione la proprietà delle stesse ove venga fatta richiesta, impegnando ulteriormente la ditta per un periodo di 5 anni, ad assumersi gli oneri per la manutenzione delle opere di reinserimento ambientale.

   Passano i termini convenuti e la ditta non onora i punti 2 e 4 dell’accordo, i più qualificanti e onerosi per la stessa, anzi nel frattempo Colacem acquista numerosi terreni oltre il canale “Colaturo” in contrada Metallo, pensando già ai futuri ampliamenti su quelle aree vergini e fertili.

   Infatti trascorsi 4 anni, nel 2009 la ditta richiede un secondo ampliamento della cava “Don Paolo” per altri 10 ettari, con istanza di assoggettamento alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), una lunga pratica amministrativa che ha visto varie note e valutazioni negative da parte degli uffici competenti, fino al ricorso della ditta al Tribunale Amministrativo Regionale nel 2012.

   Da questo punto in poi, possiamo solo immaginare cosa sia successo.

   Finché un giorno, con nota ufficiale pervenuta il 30 ottobre 2014 al Comune di Cutrofiano, Colacem richiede una concertazione, per addivenire ad una transazione, impegnandosi a ridimensionare ancora una volta il progetto, arretrandosi 150 m dal canale “Colaturo”, senza però riconoscere la presenza del vincolo del PUTT/p e del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (dalla serie… ci arretriamo, ma per noi quel vincolo non esiste e vedremo in seguito chi ha ragione…), e a corrispondere ulteriori 50.000 euro annui e 200.000 una tantum a compensazione delle rilevanti inadempienze della vecchia convenzione, non pretendendo nulla altro dalla medesima.

   Conosciuto il contenuto della proposta nella commissione congiunta del 6 Novembre 2014, e le dichiarazioni favorevoli e di compiacimento da parte della maggioranza, le Associazioni e i Cittadini indignati dal quel piatto di lenticchie offerto, hanno intrapreso una responsabile e puntuale campagna informativa, con una raccolta firme attraverso una petizione popolare, allo scopo di aprire un confronto costruttivo, sulle scelte da adottare affinché risultassero  le più opportune per il territorio.

   Le 860 firme raccolte, non sono servite ad aprire un dialogo con i Cittadini, sbeffeggiati e offesi, ma sono state sicuramente utili agli amministratori, per strappare all’ultimo momento, l’impegno della ditta ad assolvere, se pur in minima parte, alle inadempienze della precedente convenzione. 

   Un cartellone affisso dall’amministrazione a spese della comunità, per un costo di 310,00 euro, recitava: “Trasparenza e ristoro per la nostra comunità, una convenzione che potrebbe destinare alla nostra comunità 1.400.000 € in 5 anni”.

   Nella storia di Cutrofiano, mai parole sono state così aliene, false e irrispettose dell’intelligenza dei Cittadini.

   La Comunità Cutrofianese, con questo nuovo accordo, oltre al danno del territorio e del paesaggio, subirà anche una penalizzazione in termini economici per i servizi e per le opere mai resi e realizzati, previsti nella precedente convenzione del 2005 e abbuonati con l’ultima.

   Si rileva infatti, che la mancata costruzione della strada tangenziale tra la provinciale per Maglie e quella di Casarano per una lunghezza di circa 1 km, ha determinato una perdita in termini economici per la comunità, di 1.000.000 € circa (determinata dal costo di costruzione della strada comparato con il costo a bando per la realizzazione della tangenziale di Galatina), a fronte di un “risarcimento“ complessivo di 550.000 euro (200.000 una tantum e 350.000 distribuiti in 5 anni) pattuiti nel nuovo accordo;

   Inoltre molte attività di caratterizzazione delle aree deturpate ambientalmente, sono state effettuate dal Comune con fondi Regionale, servizi mai resi dalla ditta per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro.

   Infine, mentre la precedente convenzione del 2005, prevedeva un ristoro economico annuale, per tutta la durata dell’attività estrattiva di Colacem su territorio comunale, con il nuovo accordo invece, si è limitata la durata della convenzione al solo periodo di tempo necessario all’esaurimento del giacimento di argilla contenuto nel secondo ampliamento.

Incompetenza?  Incapacità amministrativa? O cos’altro?

   Per concludere, segnaliamo, che la convenzione pubblicata sull’albo pretorio online in data 24.12.2014, allegata alla delibera del Consiglio Comunale n. 36 del 2014, sembrerebbe essere diversa rispetto a quella sottoposta e approvata nel Consiglio Comunale del 4 dicembre scorso, un ennesimo segno di arroganza di chi crede di essere al di sopra delle regole.